Durante il nostro viaggio di nozze, abbiamo vissuto il Sudafrica in due modi diversi. Nella prima settimana ci siamo avventurati lungo la Garden Route, una strada panoramica che percorre un tratto della costa meridionale sudafricana, con un’auto a noleggio nella tipica modalità fly & drive; partendo da Porth Elizabeth per giungere a Cape Town. Mentre, nella seconda parte del viaggio, ci siamo uniti ad un gruppo organizzato che da Cape Town ci ha portato fino alle Victoria Falls, in Zimbabwe, passando per il Kruger National Park.
Il fly & drive è stato emozionante perché ci ha permesso di vivere il Sudafrica stando a contatto con le persone ed il territorio, di conoscere più da vicino la vita quotidiana dei locali, con la flessibilità di sceglierci i luoghi da visitare nel nostro modo e con i nostri tempi.
Arrivati in volo a Porth Elizabeth e ritirata la macchina, abbiamo raggiunto l’hotel dove avremmo passato l’unica notte. Abbiamo poi visitato la spiaggia e la costa, ammirando i magnifici colori dell’Oceano Indiano al tramonto.
La mattina successiva siamo partiti in direzione di Knysna e, lungo il tragitto, ci siamo soffermati ad osservare le immense spiagge sudafricane a Jeffrey Bay.
A Knysna, famosa per il clima mite e per essere il luogo in cui i sudafricani anziani amano ritirarsi, siamo andati a visitare “The Heads”, due grandi formazioni rocciose che delimitano l’ingresso dall’oceano alla laguna su cui si affaccia la città; ma interessante è stato anche capitare quasi casualmente nelle piccole isolette caratteristiche della laguna, tappezzate di case vacanza della gente del posto, luogo di tranquillità e di pace.
Volendo fare un’escursione più naturalistica, ci siamo diretti alla Robberg Nature Reserve, una riserva privata, costituita da una penisola che si affaccia su Plettenberg Bay, paradiso naturale dalle spiagge immense con un sentiero che si protrae fino agli scogli, ad un passo da centinaia di otarie.
Nella tappa successiva ci siamo allontanati dalla verde costa per inoltrarci nel ben più arido entroterra, conosciuto come “Little Karoo”; fino ad arrivare a La Plume Boutique Guest House: piccola perla in stile coloniale, situata nella municipalità di Oudtshoorn. E’ famosa per gli allevamenti di struzzi, la lavorazione delle loro piume, la decorazione delle loro uova e la loro prelibata carne. Molto divertente è stato poter “toccare con mano” gli struzzi, salendoci proprio in groppa e provando l’ebbrezza di fare qualche giro di corsa su di loro.
Dopo La Plume siamo ritornati sulla costa, precisamente ad Hermanus, città affacciata sulla baia di Walker dove abbiamo potuto godere della compagnia delle balene al tramonto, le quali giocavano e nuotavano vicino alla costa. Sempre nei dintorni di Hermanus, abbiamo fatto una passeggiata nella Riserva Naturale di Fernkloof, ricca di variopinte specie di fiori. Da qui si potevano ammirare l’oceano e la baia.
Dall’entroterra alla costa, i paesaggi sono molteplici. Il bello del Sudafrica è che si passa dalle montagne, a distese di terra arida; da piccoli canyon (dove la vegetazione è lussureggiante), all’oceano.
La nostra ultima tappa prima dell’arrivo a Cape Town è stata Stellenbosch, la zona vinicola sudafricana per eccellenza (terza esportatrice mondiale di vini), presso il River Manor Boutique Hotel. Con dispiacere la nostra avventura in solitaria è terminata nella capitale.
In questi 7 giorni abbiamo constatato che guidare in Sudafrica è più semplice del previsto, nonostante la guida a sinistra. Le strade sono larghe, le macchine in giro sono poche, la gente alla guida è cordiale e la segnaletica orizzontale è molto chiara.
Caratteristica è l’abitudine di chi vuole farsi sorpassare, di buttarsi nella corsia di emergenza se sopraggiunge da dietro un’auto che viaggia più veloce. Chi sorpassa, per ringraziare, accende le quattro frecce.
Il giorno dopo il nostro arrivo a Cape Town, ci siamo uniti al piccolo gruppo con cui avremmo poi continuato il viaggio. C’erano altre due coppie in viaggio di nozze, due coppie madre-figlio e una coppia di professori pensionati. Con tutti ci siamo trovati a nostro agio, tanto che su WhatsApp ci sentiamo ancora e ci teniamo aggiornati.
Da Cape Town siamo partiti per un’escursione in giornata, con meta Il Capo di Buona Speranza. Per prima cosa abbiamo fatto un giro in battello a Hout Bay per vedere la più grande colonia di otarie del Sudafrica, sotto un’acqua e un vento freddi e onde molto alte, che hanno messo a dura prova tanti stomaci, ma hanno reso ancor più avventurosa questa esperienza. La pioggia e il vento ci hanno accompagnati fino al Capo di Buona Speranza, ma il tempo non ha sicuramente guastato la magia di quel posto. Il panorama sull’oceano è mozzafiato e, salendo sul faro, lo è ancora di più. La Cape of Good Hope Nature Reserve è caratterizzata inoltre da una vegetazione ricchissima e da numerose specie animali.
Allontanandoci dal Capo ci siamo diretti a Boulders Beach, dove risiede la numerosa colonia di pinguini “Jackass”, che si potevano vedere proprio da vicino. Per concludere in bellezza la già ricca giornata, abbiamo fatto sosta nei giardini botanici di Kirstenbosch, dove abbiamo ammirato la grande maestosità della flora sudafricana, passeggiando tra circa 6000 specie di esemplari di piante e fiori e tra lunghi ponti di legno e laghetti.
Nel nostro terzo giorno a Cape Town, siamo andati a fare un’escursione su Signal Hill, la collina di fronte alla Table Mountain (una delle nuove Sette Meraviglie del Mondo Naturali), dalla quale si potevano vedere chiaramente la città, la costa e l’oceano. Nella seconda parte della giornata, avevamo a disposizione del tempo libero e abbiamo deciso di goderci ulteriormente il Victoria & Alfred Waterfront, il cuore storico del porto con i suoi negozi, ristoranti e musicisti di strada.
La nostra permanenza a Cape Town si è conclusa con il volo per Johannesburg e il viaggio successivo in jeep per arrivare al Parco Nazionale del Kruger, dove abbiamo alloggiato due notti in un Lodge immerso nel bush, circondato da simpaticissime scimmiette.
Durante la nostra prima uscita in jeep, siamo incappati in un numeroso branco di elefanti che, con assoluta eleganza, ci è passato intorno e noi lo abbiamo ammirato stupiti, in rispettoso silenzio, per non rompere la magia che si era creata.
Questi sono stati i tre giorni più emozionanti del viaggio, a contatto con la natura selvaggia, percorrendo il bush a bordo delle jeep scoperte, facendo aperitivi al tramonto sul fiume popolato da ippopotami e coccodrilli, avvistando i famosi “Big 5” (leone, bufalo, elefante, leopardo, rinoceronte) e non solo… Anche aquile, ghepardi, tucani, numerosi impala, giraffe, zebre, avvoltoi e sciacalli con i loro cuccioli.
Tutto perfetto! Anche il prelibato e abbondante cibo, l’accoglienza ad ogni ritorno dall’uscita in jeep con un asciugamano caldo per lavare via la polvere dal viso, la doccia esterna alla camera con vista elefante e, soprattutto, le danze popolari cantate attorno al fuoco dallo staff del Lodge Shishangeni.
Abbiamo salutato il Kruger con le lacrime agli occhi e siamo partiti alla volta della regione del Mpumalanga, dove abbiamo trascorso due giorni.
Il primo alla scoperta del Blyde River Canyon, il terzo canyon più grande del mondo, lungo ben 26 chilometri e situato lungo la Panorama Route.
Il secondo giorno è stato all’insegna della conoscenza e dell’interazione ravvicinata con gli elefanti all’interno di un’area protetta; seguito poi dal trasferimento a Johannesburg, in cui abbiamo passato una notte, in attesa di prendere l’aereo per le Cascate Vittoria.
Prima di arrivare a Johannesburg abbiamo fatto una capatina a Pretoria, giusto per vedere la statua di Nelson Mandela davanti al parlamento.
A questo punto, con nostro grande rammarico, il gruppo si è diviso e siamo partiti alla volta delle Cascate Vittoria.
Subito dopo il nostro arrivo e sistemazione al Victoria Falls Hotel, siamo partiti per una piccola crociera al tramonto sul fiume Zambesi, in cui abbiamo potuto ammirare gli splendidi colori della natura dello Zimbabwe, coccodrilli, ippopotami e altri volatili caratteristici del luogo.
Il nostro lungo viaggio si è concluso così, alla grande.. Con la vista sulle maestose Victoria Falls, una vera e propria potenza della natura, il cui vapore raggiunge il chilometro in altezza quando sono in piena. La passeggiata che si affaccia sulle cascate è spettacolare e, nei punti in cui c’è più acqua, sembra di stare all’interno di una foresta pluviale. Mentre poi si passa al terreno arido e alle rocce a picco sulla gola delle cascate.
Il momento più adrenalinico però, l’abbiamo vissuto sorvolandole in elicottero: un’esperienza eccitante e, al tempo stesso, impressionante che doveva assolutamente essere vissuta!
Per noi questo è stato un viaggio di nozze avventuroso, arricchente ed emozionante, che abbiamo potuto adattare alle nostre esigenze, desiderando fare un viaggio che rimanesse nel cuore.
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