E allora via… Destinazione Argentina!
A Roma ci siamo resi conto che il volo sarebbe stato prevalentemente in compagnia di argentini, gente che ama molto chiacchierare. La cosa ci spaventava un po’ viste le 14 ore abbondanti di aereo, ma ci siamo ricreduti. Terminata la cena tutti a nanna fino a colazione e silenzio tombale.
A Buenos Aires eravamo in un Hotel perfetto per muoversi, vicino all’Obelisco. Questa città è veramente grande e così ci siamo concentrati sulle cose principali da vedere: i quartieri Palermo Soho, La Boca, San Telmo, Rocoleta, Puerto Madero, Retiro, Barrio Norte oltre al centro storico con la Casa Rosada, Plaza De Mayo e la Cattedrale. In quest’ultima due anziani signori, sentendoci parlare italiano, si sono avvicinati con una foto e hanno iniziato a raccontarci la loro vita e quella del figlio che oggi vive in Italia, facendoci perdere la spiegazione della Cattedrale, ma arricchendoci con una tenera storia di emigrazione. Non potevamo lasciare Buenos Aires senza goderci uno spettacolo in una Casas De Tango.
Di buon mattino, siamo partiti poi per Puerto Madryn e ad accoglierci c’è stato un bellissimo Hotel di fronte all’oceano, punto strategico per vedere la Penìnsula Valdés. Abbiamo trascorso due giorni a contatto con gli animali del luogo: i guanaco, l’armadillo, gli elefanti e i leoni marini, i Nandù e varie specie di uccelli. A Punta Tombo abbiamo preso parte ad un emozionante trekking a contatto con i Pinguini Magellano. Purtroppo la migrazione era già iniziata, ma siamo riusciti comunque ad ammirarne molti, compresi alcuni cuccioli ancora piumati.
Prossima tappa: Ushuaia. Appena arrivati in città, ci aspettavamo di sentire un’aria frizzante. Invece siamo stati accolti dagli scarichi dei molti vecchi pick-up diesel. Il primo giro che ci siamo regalati è stato al carcere cittadino, poi prigione militare ed ora museo. Tutto molto interessante; per poi concludere la serata con una passeggiata in centro. Ricollegandoci alla visita del giorno prima, siamo saliti sul Treno della Fine del Mondo costruito dai detenuti, rendendoci conto per l’ennesima volta di cosa può fare l’uomo di fronte alle avversità.
Due belle passeggiate al Lago Acigami e alla Baia Lapataia ed è arrivata l’ora di pranzo. Qui abbiamo assaporato un piatto tipico che ci ha accompagnato spesso: ASADO DE CORDERO. Il pomeriggio è cominciato con la digestione faticosa dell’agnello, che si è fatta sentire per tutta la navigazione nel Canale di Beagle. La più bella sorpresa che ci ha regalato la baia dopo aver visto cormorani e leoni marini, è stato l’urlo della speaker dell’imbarcazione “Izquierda Ballena”.
Nella disperata ricerca della famosa Centolla, per cena, ci siamo dovuti accontentare di una leggera zuppetta di granchio, poiché tutti i ristoranti erano già prenotati da ore. C’è da dire però che eravamo in ottima compagnia. Come sempre nei viaggi si fanno nuove ed interessanti conoscenze.
E’ seguito poi il trasferimento a El Calafate, la destinazione da noi tanto attesa.
Avendo un po’ di tempo libero prima di cena, come sempre abbiamo vagabondato e ci siamo imbattuti nella Laguna Nimez: bellissima! All’alba siamo partiti per l’Estancia Cristina, un’escursione che pensavamo essere banale ma già dopo pochi chilometri, abbiamo capito che in realtà ci sbagliavamo. Conclusa la navigazione, che ci ha regalato la vista di vari iceberg e ghiacciai, siamo saliti nelle jeep ed è qui che ci siamo resi conto della vastità di una Estancia. Chilometri e chilometri di terra, rocce, fossili, ghiaccio, torrenti, laghi… Una meraviglia per gli occhi. Il tutto accompagnato da due condor esibizionisti che si sono fatti fotografare.
Altra levataccia! Il mattino seguente siamo andati a riscuotere il vero regalo di compleanno: trekking sul ghiacciaio Perito Moreno. Ci dispiace ma è difficile descrivere un’emozione come questa! Per chi ama la montagna, bisogna solo provarla. Se non bastava camminare sopra il Glaciar, dopo aver smaltito il brindisi fatto con un bicchiere di whiskey accompagnato da ghiaccio più vecchio di noi, nel pomeriggio ci siamo dedicati ad un’altra prospettiva del Perito Moreno, non meno interessante fatta da numerose passerelle a diverse altezze (ed apprezzate da molti turisti vista l’affluenza).
A malincuore abbiamo lasciato El Calafate per ritornare a Buenos Aires. Un’altra giornata ci attendeva per visitare Tigre e il Delta del Paranà, per poi passare ai giardini giapponesi su consiglio di tante persone. Per non farci mancare nulla, abbiamo concluso la visita con una capatina al Caffè Tortoni, anch’esso raccomandato.
Purtroppo questo bellissimo viaggio è terminato. Alcune considerazioni sono d’obbligo: ci vogliono sicuramente più di venti giorni per un tour simile al nostro. Ci sono troppe cose da vedere e la Patagonia non è dietro l’angolo. Anche se alcune escursioni sono poco economiche, tutte hanno un loro perché e non è facile saper sceglierne una a discapito dell’altra. In ogni caso la varietà non manca, sia se si vuole prenotarle da casa o in loco.
Un ringraziamento a La Bottega Dei Viaggi per averci aiutato e supportato nell’organizzazione di questo viaggio indimenticabile!
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